IL FIGLIO DEL CORSARO ROSSO
, però ... - disse, indicando i tre avventurieri. Vi dirò poi chi sono, - rispose il conte. - Possono assistere al nostro colloquio. - Allora parlate
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slanciato verso la porta sgangherata puntando l'archibugio. Si udivano scricchiolare i sassolini del viale che conduceva al padiglione. - Chi vive
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necessaria - rispose il signor di Ventimiglia. - Chi? - Il segretario del marchese di Montelimar. Un grido si alzò fra l'equipaggio, poi un uomo sui
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. Quello strano ed interessante personaggio, chi sa per quale bizzarria, vestiva tutto di seta rossa. Rossa era la casacca, rossi gli alamari, rossi i
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quest'uomo fuori della città - rispose franco il signor di Ventimiglia. - Chi è? - Un corriere governativo. - Senza cavallo? - Sa dove trovarlo
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bottiglie e chiacchierando amichevolmente da tavolino a tavolino, un grido d'indignazione si era alzato. - Chi è che ci offende? - Gettate fuori dalla porta
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suonava il mandolino nel palazzo. Chi? Un servo od una cameriera, no, di certo. Non l'avrebbero osato, se la marchesa si fosse già coricata. - Che sia
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saldato. Il pescatore guardò attentamente il guascone, poi, soddisfatto di quell'esame, si calcò bene in testa il suo cappellaccio chi paglia, dicendo
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ventre a terra. Il conte e Mendoza si erano nascosti dietro la pila del ponte, per meglio accertarsi con chi avevano da fare, mentre il guascone ed il
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indietro. - Ecco una botta magnifica e che non mi aspettavo, - disse il bandito. - Non vale però quella delle cento pistole. Chi può avervela insegnata
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certo di non ingannarmi. In quel momento una voce rauca gridò minacciosamente: - Chi vive? Rispondi o faccio fuoco. - Mendoza, - rispose il basco
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. - Ecco chi ce la procurerà, - rispose il guascone. Un uomo s'avanzava lungo il margine del fossato, fischiando tranquillamente, quantunque buon numero
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: - Chi mi chiama? - Un capitano degli archibugieri. - In che cosa posso esservi utile? - Non hai veduti qui, poco fa, tre uomini? - Io no. - Hai sempre
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breve silenzio, rispose: - La vostra domanda mi stupisce un po'. - Ah! - fece il conte. - Mi direte allora chi era, quindici anni or sono, il
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trattavano troppo bene, per aiutarsi scambievolmente. In quella strana società tutto era in comune e chi sopravviveva all'altro restava erede d'ogni cosa
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, raggiungiamo la cima e vediamo chi avrà ragione. Allentarono le briglie e strinsero le ginocchia, non avendo speroni. I tre andalusi si misero al
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nascondervelo, signor conte; noi siamo inseguiti. - Da chi? - chiese il corsaro. - Da una o da piú cinquantine di certo. - Come lo sapete? - Vivendo
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. Non sapreste dirmi chi furono quelli che decretarono e che applicarono a quei due gentiluomini la pena di morte? - No, ma ve lo potrebbe dire mio
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chiese: - La posada non si apre di notte: cercate altrove. - Vi conduco un conte, che pagherà generosamente l'ospitalità, Panchita. - Chi siete voi che
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di terra cotta. È il mio uomo. Il guascone si era voltato verso il furfante, chiedendogli con feroce cipiglio: - Chi siete voi? - Il taverniere d'El
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figlio del terribile Corsaro Rosso che vi ha fatti tremare e del formidabile Corsaro Nero mio zio. Chi oserà assalirmi? La Folgore non trovando entro
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io lasci il golfo del Messico. Non posso dimenticare una gentildonna alla quale per ben due volte devo la vita. - E quando? - Chi può dirlo, marchesa
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da una muta furibonda. Chi si trovava male era sempre Mendoza, il quale non finiva mai di borbottare, assicurando di essere ormai finito, dopo tante
Accademia della crusca
